Brigate Rosse, adepti di “Lotta continua e Potere operaio” di un tempo ora invocano il diritto all’oblio per le loro nefande azioni criminali degli anni di piombo. Molti hanno dimenticato…ma tantissimi li hanno vissuti dal vivo, sulla loro pelle, e non dimenticano…


     — Agenzia di Stampa Agim —

— A cura di Giuseppe Stella —  Sabina Rossa (Pd), figlia di un operaio ucciso a suo tempo dalle Br così si è espressa: “DIMENTICARE E INVOCARE L’OBLIO? NO, LA DEMOCRAZIA NON LO PUO’ FARE E NEPPURE ANDARE IN PRESCRIZIONE”.

Anche la Cassazione dice no, ad esempio, alla rimozione degli articoli nei giornali on-line: “il diritto di cronaca è prevalente”.

La democrazia per loro era sparare e uccidere. Anni di piombo e delle P38 (guerra fredda).

Lotta continua col pugno alzato, sempre contro la Democrazia. (Anni di terrorismo eversivo di sinistra estrema contro la democrazia).

 

Ma ora ci si mettono pure certi brutali e selvaggi, barbari, nel vero senso della parola, assassini brigatisti di circa 40 anni fa, tutti ormai attempati, oppure taluni adepti di “Lotta continua e Potere operaio” di allora, anni che vanno dal ’68 in poi e oltre il 1980 con rigurgiti significativi fino al 1989 (anno della caduta del “Muro di Berlino”, simbolo di vergognosa dittatura, becera e criminale di oltre Cortina…di ferro del tempo andato. Per fortuna); si mettono a dire o a fare cosa? Chiedere il diritto all’oblio per ciò che di tanto grave hanno commesso in quegli anni di follia che ha mobilitato il mondo intero per distruggere quelle compagini e quell’idea della rivoluzione a tutti i costi voluta da Carlo Marx il filosofo fallito che ha attinto a piene mani molte cose da Rousseau (piattaforma Casaleggio a lui intitolata insegna).

Il fattore tempo, presupposto del diritto all’oblio, nei casi di terrorismo rosso, nero, bianco e verde non attecchisce né tra i giudici, né tra la gente comune e l’uomo della strada, ma soprattutto tra i familiari delle vittime barbaramente trucidate che non parlano di vendetta ma di giustizia giusta, con la G maiuscola.

Hanno fatto i Brigatisti rossi, quelli più spietati legati alla dottrina dell’ex Urss marxista leninista, alcuni quando erano ancora minorenni, compresi quelli che si occupavano di “espropri proletari” e simili cavolate illusorie. Hanno sparato a bruciapelo alle gambe di servitori dello Stato che difendevano la DEMOCRAZIA (bene di tutti noi) ed altre simili atrocità.

Il tempo non può cancellare queste cose!

Uno di loro, non ricordo il nome è poi diventato addirittura professore associato in una università  Toscana con decine di pubblicazioni al suo attivo. Costui chiede che il suo passato brigatista venga cancellato con un colpo di spugna.

Ma nel caso di questo individuo può valere la legge sulla privacy e il “diritto all’oblio” preteso per non vedere annullata la propria posizione sociale conquistata dopo gli anni di piombo della sua follia giovanile?

Altra curiosità: un affiliato alle Br, colonna romana, pretenderebbe la cancellazione dall’Archivio “Flamigni” ove il suo nome risulta tra gli elenchi dei terroristi eversivi (armati) del Paese.

Ha comunicato l’opposizione al trattamento dei suoi dati!!! Bella questa…Non ha ancora capito che il terrorismo rosso è morto e sepolto da decenni, ciò che ha combinato tanti guai alla Nazione Italia senza che ancora nessuno gli abbia chiesto i danni, non solo a lui ovviamente.

Sostiene che le sue vicende appartengono al passato. Ma spesso il passato fosco, terroristico soprattutto, torna a ricordargli che la coscienza è sentimento incancellabile e questa è una pena interiore che non l’abbandonerà mai. Neppure dopo la morte…

Anche lui invoca il diritto all’oblio!!! Boh!!! Che pretesa!

C’è pure il caso di Moretti,  contesta il fatto che il suo nome appare su uno e più portali dei motori di ricerca internazionali:

Lamenta di essere denominato “ex brigatista” (rinnega il suo passato?) o anche “terrorista rosso” (lo è stato) ed è posto in diretta relazione con episodi e avvenimenti di trent’anni fa.

Ma come non sa, o finge, che ci sono anche fior di libri in diverse lingue che parlano male di lui e dei suoi trascorsi criminali e anche gli archivi di tutti i giornali del tempo, che trovansi dappertutto in siti nazionali di conservazione cartacea di faccende terroristiche nelle città più importanti d’Italia, in primis Roma? Cosa si dovrebbe fare? Secondo le sue idee si dovrebbe bruciare tutta la memoria della stagione delle follie ideologiche e politico-criminali che di politico, propriamente non avevano alcunché.

E parla pure di ingiustizia! Le connotazioni negative sono nei fatti, non erano marachelle, ma atti di eversione gravi che hanno tenuto la Nazione sotto scacco per circa 2 decenni e più.

Ma se un povero ladro di galline (che magari ha rubato per fame) viene sempre ricordato per il suo trascorso, in particolare se vive in un piccolo centro, figurarsi una persona col passato drammatico e cruento all’inverosimile (per le vittime incolpevoli).

Il garante della privacy sicuramente gli darà torto. Le coscienze non dimenticano, riteniamo anche la sua… E la DEMOCRAZIA è stata sempre valore sacro e intoccabile, lui l’ha violentata!

L’onorevole Rossa invece è favorevole anche al reinserimento degli ex terroristi nella società, ovviamente pure di tutti i criminali comuni (e pure  mafiosi), che hanno pagato il loro debito alla società e vi sono reinserite in modo positivo; ma pensa pure che il brigatista, ex, ora noto docente ed economista di cui si è detto, debba sempre premettere in pubblico e anche tra i suoi discenti ciò che in passato abbia obnubilato la sua mente e per quale ragione, dal momento che in atto svolge attività in chiaro contrasto, l’opposto, con ciò che sosteneva da terrorista: cioè l’antidemocrazia che rappresentava con le sue idee bislacche. Chiunque si può convertire al bene, ci mancherebbe, ma un passato da brigatista e di terrorista delle BR non si potrà mai cancellare per nessuna ragione al mondo.

Quelli che hanno lottato per difendere la democrazia insidiata da elementi come lui non è che dimentichino facilmente quel truce passato di morte e di terrore profusi a piene mani da persone ideologicamente traviate, da elementi disturbati da dittature impossibili in un Paese come il nostro, liberato dagli alleati Anglo-Americani (popoli liberi) dal lontano 1943 in poi, dopo lo sbarco in Sicilia e la risalita dello stivale. L’Italia è libera grazie al loro intervento e al loro aiuto. E a una guerra costata circa 60 milioni di morti per colpa del nazifascismo, a parte i danni incalcolabili che ci sono stati in termini economici, non è che ne poteva succedere un’altra perché alcuni (pochi) avevano in mente di portare in Italia il sovietismo rosso di stampo ex Urss: saremmo caduti dal nazifascismo al comunismo (dalla padella alla brace) di Mosca come lo abbiamo conosciuto, una dittatura leninista peggiore di quella hitleriana e mussoliniana.

 

 

 

 

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